giovedì 28 ottobre 2010

Intervista a: Natrium

I sardi Natrium tornano sulla scena nostrana lanciando un singolo che sta facendo il giro del web (http://www.youtube.com/watch?v=xPk6DUrqwL0). Dopo aver lavorato con Stefano Morabito i Nostri sono alla ricerca di una label per lanciare definitivamente il full. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere (via MSN) con il cantante della band Lorenzo...


Sentendo "Elegy for the flesh" ,il singolo che avete fatto circolare, ho sentito una forte influenza dei Suffocation quanto peso ha avuto per voi questa band?
Ah beh lo prendo come un complimento visto che i Suffocation sono i miei preferiti e li considero i maestri del genere anche se in fase compositiva cerchiamo di evitare un riferimento troppo evidente alle band che ci piacciono ma ormai è quasi impossibile non citare quelli che il genere l'hanno inventato.

Parlando del vostro nuovo lavoro com'è stato lavorare con Stefano Morabito e nei suoi 16th Cellar Studios?
E' stata un esperienza incredibile, da anni registrare li era un mio sogno, la maggior parte delle band che ascolto e che spaccano hanno un suono da paura e hanno registrato li, basti pensare ai Fleshgod Apocalypse o gli Hour Of Penance. Vedevo quello studio come un Morrisound italiano e Stefano come un nuovo Scott Burns. Ed in effetti per me è cosi e ora ne ho la conferma Stefano Morabito è un grande, ha una competenza estrema ed è specializzato nel genere. Non è una cosa semplice, trovi tanti che sono bravi e competenti ma non hanno conoscenza specifica di Death metal.

E riguardo l'artwork come è ricaduta la scelta su Par Olofsson?
Per noi che veniamo dalla Sardegna è stato un grosso sacrificio ma ne è valsa la pena. Ecco vedi Par era un altro sogno, la scelta era tra Dan Seagrave ma è praticamente impossibile, John Zig, Marco Hassman e Par Olofsson. Avremmo potuto tirare a sorte perchè sono degli artisti allucinanti.Par ha uno stile molto naturale simile a un dipinto, le sue opere non sembrano fatte con photoshop.Alla fine l'abbiamo contattato e si è rivelato disponibilissimo e molto professionale, mi mandava delle bozze e aggiornamenti di continuo e ha accontentato le nostre richieste.

E direi che il risultato è stato piu che ottimo davvero eccellente...
E comunque dalle sue opere sembrava il piu adatto a mischiare organico e biomeccanico per l'idea dell'artwork che avevamo son contento che ti piaccia, quando abbiamo visto l'opera finita ci è caduta la mascella prima mi sono occupato io di queste cose ma non c'è paragone, ora faccio solo ciò che è di contorno, il booklet il myspace ecc. ecc.

Ritornando allla musica cosa è cambiato in "Elegy for the flesh" rispetto ai precedenti lavori possiamo aspettarci qualche novità?
Il nuovo album è un taglio netto con il passato. Il demo precedente Inscribed in the victims scars è stato il primo con la nuova formazione ed è servito da rodaggio per quello che stiamo facendo adesso. Prima i Natrium facevano un death metal vecchia scuola con influenze thrash, adesso la velocità e la brutalità sono molto superiori. In Elegy for the flesh ci sono 8 tracce alcune "ignoranti" come il singolo altre più articolate e varie. Non pensiamo che si debba andare a manetta per forza tutto il disco, c'è spazio per pezzi lenti e sofferti ed emerge anche un po di melodia.

Quanto il cambio di line up ha influito sul vostro sound?
In pratica della formazione originale dal 2001 sono rimasti solo i fondatori Andrea ed Edoardo De Muro, chitarrista e batterista. Io e Alessio Locci, l'altro chitarrista, siamo arrivati nel 2008. Io canto brutal death dal 94, ho sempre fatto solo questo genere pur ascoltando veramente di tutto, Alessio ha esperienze varie dal metal classico al thrash con molta voglia di suonare roba più pesante. In fase compositiva ognuno mette il suo contributo, nel disco ci sono idee e riff di tutti, non siamo una band con un compositore unico. Alla fin fine ci piace il brutal death dei gruppi più grandi dai Suffocation ai Cannibal Corpse ai Deeds of Flesh ma anche roba come i Cynic, i Death e i meshuggah. Io sono un malato di progressive italiano anni 70 jazz e Frank Zappa, cerchiamo di sperimentare pur rimanendo nel genere che rimane brutal death.

Voi siete in Sardegna immagino che non dev'essere facile riuscire ad avere un'attività live fuori dall'isola esperienze passate e soprattutto progetti per il futuro?
Si purtroppo non è facile. Dobbiamo fare dei grossi sacrifici economici.
In passato abbiamo fatto un paio di date in UK ed è stato fantastico essere riusciti a suonare li senza il supporto di organizzatori o agenzie esterne.Anche il lavoro può essere un problema, ma se dovesse capitare un tour importante si farà uno sforzo in piu suonare solo in Sardegna non basta, e qui i posti per suonare stanno diminuendo, cercheremo di andare in giro il più possibile si prospettano un bel po di date in "continente" questo inverno, stiamo organizzando. 

Bene bene chissa che non mi capiti di godermi un vostro live
ah be lo spero proprio!

Riguardo alla Sardegna cosa mi voui dire riguardo alla scena metal sarda? E della scena death italiana?
Qui ci sono band molto valide e musicisti veramente forti, ad esempio Simone Piras che ora è batterista negli Hour of Penance. Ci sono gruppi come i Deathcrush, i Mutilated soul che fanno death metal da paura e anche i giovani Demons Bridge o gli ill brain. Purtroppo la mancanza di spazi e le difficoltà varie rendono difficile la vita ma ora per fortuna c'è internet e altri modi di farsi conoscere ai "miei tempi" c'erano le cassette ahuhauhuaa

E si noi "vecchietti" non eravamo cosi fortunati ahah
La scena death metal italiana sta vivendo il periodo più bello che io ricordi, in passato ci son state band fortissime come gli Electrocution di cui son grande fan, ora ce ne son tantissime, gli Hour Of Penance, i Septycal Gorge, i Fleshgod Apocalypse, Vomit The Soul.... continuerei all'infinito. Son contento che queste band abbiano il successo che si meritano e che si stiano facendo rispettare all'estero.

Si concordo ricordo i Tools Of Torture che quest'anno al Mountains Of Death si son fatti sentire mi auguro che anche voi possiate ricevere i giusti consensi sia nella nostra isola che all'estero
Grazie lo spero anch'io, anche se già quel poco che abbiamo realizzato mi rende felice, ormai è una vita che ci proviamo sia come Natrium che con le band precedenti. 

Bene penso di averti rubato fin troppo tempo quindi chiudo qui l'intervista lascio a te la parola per chiudere e grazie per la disponibilità
Grazie a te per lo spazio che ci hai concesso, un saluto dai Natrium e speriamo di potervi far sentire il nuovo album presto (augurandoci di trovare una label in tempi brevi)!

Intervista fatta da Gianluca Lopez

Recensione: The True Endless - Polaris



Genere: Black Metal

Uscita: 2010 / God Is Myth Records

Tipo: EP

Oramai sono affezionato ai True Endless. E' la quarta volta che recensisco la band piemontese, il lavoro in questione è un EP composto da tre tracce nuovissime. Che dire, la band svolge senza sbavature il suo lavoro, black con tendenza a qualche venatura thrash che alterna momenti lenti a sfuriate. Continuo a ripetere che il punto forte di questa band è la voce, uno scream particolare che molte volte rimanda ai più datati Desaster. Le parti tirate rappresentano il caos puro, immaginando uno scenario di distruzione. La terza traccia iniziando dall'intrigante intro ci presenta uno stile abbastanza doomegiante. Un quarto d'ora di musica avanza senza compromessi e senza annoiare, lasciando ben soddisfatto l'ascoltatore.

VOTO: 6.5/10

Tracklist:

1. Under The Horned Waning Moon

2. The Mission (The Tragedy)

3. In The Swamp (The Pale Star Grinn)

Salvo "S."

giovedì 21 ottobre 2010

Recensione: The True Endless/Mephisto - Too Heavy For Hell



Genere: Black Metal

Uscita: 2010 / Aphelion Productions

Tipo: Split

Altro split targato Aphelion Productions che vede ancora protagonisti i True Endless (oramai sono la mia band recensione) e i Mephisto. Sui TE già ho speso parole in passato, i brani proposti sono quelli del Live Taurus. A differenza di altre uscite si nota una produzione migliore e dei brani che mostrano più oscurità e cattiveria. Interessante la voce pulita nel brano "The Last Days Of The Apocalypse".
I napoletani Mephisto invece propongono un thrash/black abbastanza datato con influenze che vanno ai vari Celtic Frost, primi Bathory fino ad arrivare agli Aura Noir. Purtroppo si trattano di cose e risentite e a volte tende ad annoiare. Di certo l'attitudine non manca, i ragazzi sono devoti alle band citate prima ma a volte bisognerebbe trovare una marcia in più e cambiare stile. Di certo si può migliorare nel tempo. Il voto finale è dato dal 6.5 dei True Endless e dal 5.5 dei Mephisto.

VOTO: 6/10

Tracklist

The True Endless
Intro
The Last Days Of The Apocalypse
Sor Da Luf
Black Flagellation
Apocalyptic Requiem
The Ancient One

Mephisto
Necromantical Rites
The Evil Skeletons
Curse Of The Mummy
Kiss Of Death
Sturmpanzerwagen Mephisto

Salvo "S."

Contatti: http://www.myspace.com/thetruemephisto

Recensione: The True Endless/Sekhmet/Tundra/Inferno - United In Hell



Genere: Black Metal

Uscita: 2009 / Aphelion Productions

Tipo: Split

Split a 4 che ci presenta la Aphelion Productions. Le band coinvolte sono due nostrane e due dalla Repubblica Ceca. Ovviamente ci occuperemo principalmente del Made In Italy.
I The True Endless ci propongono due brani di elevata caratura. Si nota la differenza tra i brani tratti dall'album live (che recensii qui tempo fa) e quelli in studio. Atmosfera apocalittica dettata da riff trascinanti che a volte tentano di sfociare nella melodia nella prima traccia mentre in Peste Nera si dedicano a ritmi più lenti e decadenti. Il cantato in italiano dà loro una marcia in più.
Discorso diverso per i Tundra. La band romana è dedita a un black che si ispira alla scuola norvegese alternando momenti cadenzati alle classiche sfuriate. Maggiori fonti di ispirazione: i primi Darkthrone e i Carpathian Forest di Bloodlust & Perversion, anche la voce ricorda quel gran burlone di Nattefrost. Comunque i brani scorrono facilmente e senza annoiare. Insomma, un dischettino discreto che può attrarre i fan sfegatati del genere.
Per informazione: le band estere coinvolte sono i Sekhmet e gli Inferno.

VOTO: 6.5/10

Tracklist (solo le band italiane) :

The True Endless
Introdusion - Al Fock D'la Vita
La Peste Nera

Tundra
Nothing
Room 1977
Burial Night

Salvo "S."

Contatti: http://www.myspace.com/thetruendless

http://www.slavasatan.com/tundra/index.htm

domenica 17 ottobre 2010

Recensione: Sawthis - Egod



Genere: Metalcore

Uscita: 2010 / Scarlet Records

Tipo: Full-length

Gradito ritorno quello dei nostrani Sawthis,che dopo anni di gavetta si presentano in questo 2010 con un nuovo cantante (oltre al nuovo nome, sono infatti gli ex Sothis)e soprattutto con un disco molto originale e direi "diverso" da tantissime ultime uscite in campo metal.Questo Egod infatti, prodotto da Paolo Ojetti (cantante dei noti Infernal Poetry ) e uscito per la Scarlet Records, riesce a racchiudere in 10 brani diverse anime e sfaccettature del metal moderno.Niente metalcore/deathcore con breakdown sia chiaro, piuttosto qualcosa di fresco per le nostre orecchie.I richiami principali sono il thrash e death melodico ma in questo album si puo' trovare di tutto, da chitarroni nu metal a intermezzi arabeggianti, da un classico growl fino a cori o ritornelli melodici ma mai buttati li come riempitivo o per far breccia nei cuori delle fanciulle.Punto di forza oltre la linea melodica che percorre tutto il disco è sicuramente la diversita' dei brani, supportati da un'ottima sezione ritmica e da interessanti giri di chitarra.Ogni pezzo infatti è facilmente riconoscibile(e questa qualita' difficilmente viene fuori negli ultimi tempi).Importanti anche i testi legati alla vita/morte e al legame con Dio(in senso critico del termine).Vi consiglio vivamente di dare un ascolto a questo album e di vederli live perchè spaccano veramente!!Promossi alla grande!!!



VOTO: 7.5/10

Tracklist

1.   Mr. Zero

2.   Act Of Sorrow

3.   Barabba

4.   Him Mortality

5.   A.B. Senses

6.   Twonity

7.   The Egod Teeth

8.   I Hate You

9.   Stain

10. Vanity
 
Alessandro "xAlex" Valeri
 
Contatti: http://www.myspace.com/sawthismusic

sabato 16 ottobre 2010

Recensione: NoFuck - Existenzminimum



Genere: Thrash

Uscita: 2010 / Indipendent

Tipo: Full-length

"Existenzminimum", esce nel 2007 e contiene otto pezzi che rappresentano al meglio l’intera produzione del gruppo, tra le radici nel thrash degli anni ’80 e ’90. La band occorre sottolinearlo,sono più di 10 anni che esiste,e questo deve essere d'esempio per tutte quelle giovani band che pretendono di ottenere tutto e subito,e che alle prime difficoltà si sciolgono! I NoFuck,quindi nel loro piccolo,possono vantare di essere un esempio di costanza. Di carne al fuoco in quest'album ce n'è davvero tanta,le influenze sono molteplici,e tutte ben riscontrabili,ma il tutto amalgamato con buona personalità. Il thrash è a farla da padrone,ma spunti più moderni sono evidenti in tracce come "Shattared Dreams" che richiama alla mente band come Meshuggash o Machine Head, "In Hail" inizia con un riff pieno di groove della chitarra,che riporta alla mente i Pantera. Ora aspettiamo con fiducia il prossimo lavoro della band,che si annuncia come "un cazzotto in pieno volto".

VOTO: 7/10

Tracklist

1. NoFuck

2. Shattered Dreams

3. In Hail

4. Abstinc

5. Tragedy

6. Australian Girl

7. Existenzminimum

8. Why Me?


Federico Falcone


Recensione: Rude Forefathers - Hate In Veins



Genere: Metalcore

Uscita: 2010 / DYS-function productions

Tipo: Full-length

La priorità del metalcore ultimamente è fare pezzi straincazzati con coretti dove si dimostra tutta la dolcezza e lo shampismo possibile. Quante ce ne sono in giro per il mondo ? Troppe!!! Ok,i Rude For Fathers sanno suonare,hanno un buon curriculum, una buona produzione,ottima tecnica,un buon tiro...ma a conti fatti non sono altro che l'ennesimo goccia in un oceano stra-impastato e stra-saturo di band tutte uguali. Se sapranno ritagliarsi un proprio spazio ( e glielo auguro ),sarò il primo a dar loro merito,e fino a che questa moda del metalcore reggerà,i R.F.F. e tutte le altre band come loro,andranno avanti,ma quando finirà,nessuno ne sentirà più parlare.

VOTO: 5/10

Tracklist

1. Hate In Veins

2. Burn Your Cage

3. Last Action Of Hate

4. Lost In The Dark

5. Drag Me To Hell

6. The Prophecy

7. Burning Wings

8. Bloodshed In Your Eyes

9. Taste Of Blood


Federico Falcone

Recensione: Joyless Jokers - Arms Of Darkness



Genere: Death Metal

Uscita: 2010 / Indipendent

Tipo: EP


Non male questi Joyless Jokers,band che si cimenta in un death metal di chiara matrice svedese,sulla scia dei più famosi At The Gates,e soprattutto Dark Tranquillity. Il problema ,ammesso che lo sia,è proprio questo,la troppa influenza della band capitanata da Mikael Stanne. Ritornando a quanto detto in apertura,la band ci sa fare davvero,sfuriate e ritmiche cadenzate si alternano frequentemente,ed è la voce di Thomas a farla da padrone,davvero ottima! Purtroppo però come dicevo in precendenza,le troppe influenze si fanno sentire eccome,infatti le 5 tracce qui presenti,ci mostrano una band dalle buone idee,ma purtroppo anche piuttosto impersonale. E' facile in un genere come questo rischiare di essere troppo derivativi,ma a tratti si ha davvero la senzasione di sentire un pezzo dei Dark Tranquillity (questo può essere un complimento volendo). In bocca al lupo per il futuro.

VOTO: 6/10

Tracklist

1. Black Light

2. Chapter To Forgive

3. Arms Of Darkness

4. Back To Ashes

5. Shame


Federico Falcone

lunedì 11 ottobre 2010

Recensione: Irreverence - Upon These Ashes



Genere: Thrash

Uscita: 2010 / NoiseHead Records

Tipo: Full-length

Ritornano gli Irreverence,e lo fanno in grande stile con "Upon These Ashes",album di potentissimo thrash metal di chiaro stampo teutonico. L'Act milanese offre una prestazione davvero incredibile,con 10 tracce che si muovono tra sfuriate incredibili a parti più melodiche davvero degno di note. Gli Irreverence hanno maturato esperienza in questi anni che hanno passato a  suonare in lungo e in largo,e in questo nuovo lavoro,tutto ciò è assolutamente riscontrabile. La qualità dell'album è piuttosto alta,e non c'è un brano che spicca su gli altri,proprio perchè a livello qualitativo sono tutti meritevoli,ma è da far notare la presenza di uno dei personaggi più amati dalla scena metal europea e sicuramente mondiale,un certo Tom Angelripper direttamente dai Sodom che duetta con Ricky sul brano "Echoes of War". Unica nota stonata a mio parere è una produzione non eccessivamente pulita,ma forse proprio per scelta personale della band,che mina leggermente un sound davvero potente.

VOTO: 7.5 / 10

Tracklist

1.   No One Of Them

2.   The Sheprerd Dog

3.   Hands Of Fate

4.   The Truth Mask

5.   Echoes Of War

6.   Nothing On My Mind

7.   Repentance Of God

8.   Destructive Deviations 

9.   Vengeance 

10. Instinct Of Death  


Federico Falcone


Recensione: Endovein - Waiting For Desaster



Genere: Thrash

Uscita: 2010 / Punishment 18 Records

Tipo: Full-length 

Il thrash metal è tornato con talmente tanta prepotenza in auge,che definirlo semplicemente ritorno,è piuttosto riduttivo. Parliamo di vero e proprio trend del momento. Ma di sicuro è meglio questa ondata thrash metal,che una scarica di merda alla Linkin Park o peggio ancora emo-core. Comunque,venendo a noi,gli Endovein sono una thrash metal band (non si era capito?) proveniente da Torino,e senza ombra di dubbio,i ragazzi ci sanno fare alla grande. Il loro sound risente moltissimo di band come Forbidden,i primi Death Angel e qualche spunto a livello vocale degli Anthrax. La produzione purtroppo non è eccellente,ed in alcuni passi,penalizza leggermente la band che a livello tecnico è davvero meritevole di rispetto,con un ottimo singer,che forse per risultare più credibile,dovrebbe acquisire maggiore personalità,dato che le doti non gli mancano. "Waiting For Desaster" presenta 10 tracce per una durata intorno alla mezz'oretta (Reign in Blood vi dice nulla?). Gli Endovein sono una band che ci sa fare e questo è innegabile,ma proprio per questo, perchè non cercare un proprio sound? Perchè dover necessariamente cavalcare l'onda del come back del thrash metal? Sono convinto che  se questa band,cacciasse la personalità,di cui sicuro dispone,potrebbe veramente togliersi ulteriori belle soddisfazioni.
In conclusione,complimenti agli Endovein!

VOTO: 6.5 / 10

Tracklist

1.  Endless Prophecy

2.  Forrest Gunner

3.  Lynched By Fate

4.  Fallout Terror

5.  Problem Of Humanity

6.  Kick In Your Ass

7.  Slaves Of The Matrix

8.  Sono Stufo!

9.  Don't Forget

10. Endovein Are Adrenaline... for your fuckin' Summer


Federico Falcone

Recensione: Land Of Hate - Neutralized Existence



Genere: Death Metal

Uscita: 2009 / Infernal Kaos Production

Tipo: Full-length

Provenienti dal Sud Italia,e più precisamente dalla Calabria,i Land Of Hate, dopo il buon Generhate, ritornano sulla scena con l'ottimo "Neutralized Existence",vero e proprio album contenente 9 pezzi. Il genere proposto resta il death metal,ma rispetto al precedente lavoro,i passi in avanti sono notevoli, a cominciare con una produzione davvero soddisfacente. La band ha acquisito anche una maggiore personalità, che in pezzi come la title-track o "The Torment" risulta più che evidente. Ferocia e ritmiche serrate sono un marchio di fabbrica per questa ottima realtà Calabrese,oltre che una cattiveria e conoscenza del genere che risulta decisiva nell'amalgama dei pezzi. "Neutralized Existence" è un album che si lascia ascoltare facilmente,e questo è senza ombra di dubbio un merito della band che in pezzi come "Extreme Violence" dimostra tutta la loro voglia di spaccare i culi. Sicuramente un album per gli amanti del genere,ma un ascolto lo consiglio anche a tutti coloro sono avvezzi a sonorità più estreme. 

VOTO: 7/10

Tracklist

1. Claustrophobic

2. The Torment

3. Murderous State

4. Minds Devourer

5. Neutralixed Existence

6. From The Street

7. In The Hands Of Destruction

8. Extreme


Federico Falcone


venerdì 8 ottobre 2010

Recensione: The Secret - Solve Et Coagula



Genere: Grindcore

Uscita:  2010 / Southern Lord

Tipo: Full-length


Nuovo disco da parte dei The Secret che presente 12 tracce che spaziano tra grindcore e post metal.Nell'ascoltare questo disco mi sono venuti in mente gli svedesi Totalt Jävla Mörker solo che i nostri suonano più neri ed incazzati con un cantante che sbava rabbia con uno scream raggelante. Nel disco la maggioranza delle canzoni hanno un impronta grindcore infatti la durata delle canzoni è abbastanza corta, ma il brano ad esempio è un monolite pesantissimo dove chitarre dal sapore Neurosis/Isis muovono le fila, mentre negli ultimi tre troviamo quella lentezza e la pesantezza di Cross Builder che si contrasta con la velocità rabbiosa  marchio di fabbrica della band creando un'amalgama devastante pronta a distruggere tutto...
Una nota di merito per lo splendido artwork... una piacevola sorpresa.

Voto: 8/10

Tracklist

1.   Cross Builder

2.   Death Alive

3.   Double Slaughter

4.   Where It Ends

5.   Antitalian

6.   Weatherman

7.   Pleasure In Self Destruction

8.   Eve Of The Last Day

9.   Pursuit Of Discomfort

10. Bell Of Urgency

11. War Desire

12. 1968


Matteo "Marciottide"

Contatti: http://www.myspace.com/thesecret

mercoledì 6 ottobre 2010

Intervista a: Malanoctem



Salve ragazzi, benvenuti sulla MOA webzine. Siete da poco sulle scene, quindi presentatevi ai nostri lettori

Ciao a tutti, sono Marco D. Falco, batterista dei Malanoctem, band geograficamente nata a Lanciano nel 2006 con lo scopo di esplorare le varie sfaccettature della musica Metal (e non solo), senza i limiti e le imposizioni che questo genere si ostina spesso a portarsi dietro.
L'obiettivo della Band è valorizzare la personalità e le influenze di ogni singolo componente del gruppo, cercando di farle confluire in maniera omogenea in un'unica direzione, al fine di rendere la nostra musica credibile e coerente con se stessa, e perché no, anche personale.
Non vogliamo fare gli alternativi a tutti i così, ma solo essere noi stessi.
Puro istinto e nessun limite!


Nell’ultimo anno ci sono stati vari avvicendamenti nella line up, fra cui addirittura l’uscita di quelli che erano i fondatori e maggiori compositori del gruppo (Giuseppe e Matteo). Come avete affrontato la cosa e cosa è cambiato nelle dinamiche del gruppo dopo la loro defezione?

Sono stati momenti molto delicati e complicati da gestire.Si è sempre combattuti tra il bene del gruppo ed il bene del singolo.Cercare di scegliere la soluzione che accontenti tutti spesso non accontenta nessuno e quindi a malincuore si prendono decisioni drastiche.Non è stato piacevole, ma bisogna ammettere che il gruppo a livello musicale non ne ha risentito, infatti Matteo e Giuseppe sono stati principali compositori solo nella prima parte della storia del gruppo, terminata con la tua breve militanza nella Band, da quel punto in poi i Malanoctem hanno cambiato pelle e si sono evoluti e chi non è riuscito a stare al passo ha dovuto purtroppo fermarsi.
Quello che ascolterete nel nostro primo album e dal vivo saranno canzoni composte al 100% dall'attuale formazione.
I Malanoctem adesso sono solo questi, e sinceramente non potrei chiedere di meglio!


Negli ultimi tempi molte band hanno deciso di recuperare l’idioma nostrano a sfavore dell’imperante lingua inglese per i testi delle canzoni, ed anche voi avete fatto questa scelta. Come mai pensate che sia in corso questo revival della nostra lingua?

Non so come mai sempre più Band adottano questa soluzione, che in realtà non dovrebbe suscitare stupore contando che siamo in Italia.
Io di certo riuscirei ad esprimermi al 100% solo parlando la mia lingua, in inglese dovrei scendere a compromessi.Ci sono pro e contro in questa scelta ovviamente, come in tutte le cose.
Non esiste la "giusta" via e dunque noi presentiamo la "nostra" via.
Se devo dire la mia penso che accada questo in diretta conseguenza della sempre maggiore consapevolezza nei propri mezzi della scena Metal Italiana, l'esterofilia e la suddidanza nei confronti del Metal estero non ha ragione di esistere, a livello musicale ci sono alcune realtà , come Death SS e Necrodeath per dirne un paio tra "gli storici", che il resto del mondo ci invidia (e succede, anche tra i musicisti esteri affermati).
Siamo Italiani e comunichiamo in italiano, non rinneghiamo e non ci vergogniamo di ciò che siamo.


So inoltre che siete molto attaccati al vostro territorio, tanto da chiamare la band col vecchio nome di un paesino abruzzese, diteci qualcosa di più in proposito

Il nome Malanoctem deriva da "Montebello sul Sangro", un paesetto praticamente adiacente a Pennadomo, dove risiedo.L'Abruzzo ha uno splendido paesaggio naturalistico, che tutti noi apprezziamo e valorizziamo.Ed è innegabile che ciò abbia un'influenza su di noi.
Non è necessario cercare il bello sempre in terre lontane, apriamo gli occhi e sopratutto la mente e soffermiamoci un attimo a guardare a quanto ci circonda.
Con questo non intendiamo collocarci nel filone cosiddetto "Pagan Metal" o "Folk Metal", non abbiamo nulla a che vedere con queste realtà a livello musicale(pur apprezzando la proposta di molti gruppi di questo genere).
Ci stiamo solo presentando a voi dicendo:"Ragazzi, siamo Italiani, veniamo dall'Abruzzo e questo è il nostro biglietto da visita!"


Avete da poco iniziato con l’attività live. Qual è stato il responso del pubblico ai vostri primi concerti?

Considerando la nostra poca esperienza in sede live ed il fatto che i Malanoctem sono una formazione "nuova", direi che sta andando bene, i locali ci danno fiducia ed il pubblico non manca mai, per noi è già un grande risultato, specie considerando il fatto che non abbiamo ancora pubblicato il nostro primo album ed il nostro nome è dunque relativamente "sconosciuto".
Siamo solo agli inizi, ma il lavoro duro è per noi pane quotidiano.


Cosa pensate che sia il punto di forza delle vostre esibizioni e su cosa, invece, pensate ci sia da lavorare?

Abbiamo una grande carica emozionale ed una forte energia da sfogare.Nei nostri live non ci risparmiamo di certo, diamo tutto alla causa della musica.
Siamo come un'auto sportiva che viaggia in autostrada contromano a 200 km/h!Ahahah
Dobbiamo ancora lavorare su resa sonora e tecnica a livello di coesione degli strumenti in sede live.Non siamo ancora dei professionisti, questo è certo, ma il cammino intrapreso è quello giusto!


Dopo l’esperienza del “Promo 2009”, quando potremo assaggiare del nuovo materiale in studio firmato Malanoctem?


L'album uscirà sicuramente nel 2011, e non avrà nulla a che spartire con il "promo 2009".

Ci siamo presi un bel po di tempo per la composizione e arrangiamenti, abbiamo scartato moltissimo materiale, quando qualcosa non andava abbiamo reiniziato il lavoro senza pensarci troppo, abbiamo ritoccato, cambiato, tagliato.
Ogni cosa che sentivamo di poter fare, l'abbiamo fatta.
Ora i pezzi sono tutti pronti ed andranno registrati finalmente.
Sarà un lavoro molto diverso sia a livello di stile che di arrangiamenti, più maturo e più completo.
Dal mio punto di vista nettamente migliore.
Una musica che finalmente rappresenterà ogni singolo componente dei Malanoctem.


Come mai avete deciso di adottare la formula del concept per il vostro nuovo lavoro?

Per esprimere al meglio a livello di coesione musicale la nostra provenienza ed il nostro retaggio culturale. Come dicevo prima, questo non è un elogio o un'affermazione di una fantomatica supremazia da parte dell'Abruzzo su altri territori, ma solo un bilgietto da visita.Siamo Italiani, veniamo dall'Abruzzo e non fingiamo di essere ciò che non siamo.


Il vostro prossimo obiettivo?

Pubblicare il nostro primo Album, suonare live il più possibile e sopratutto cercare di offrire qualcosa di personale a chi ci ascolta o assiste ad un nostro live.
Dare un motivo per scegliere i Malanoctem invece di un'altra formazione.
Un traguardo ambizioso e fine ultimo del musicista, sono ben conscio che pochi riescono nell'impresa.
Ma questo è il nostro obiettivo, suonare ciò che ci piacerebbe ascoltare.


Bene ragazzi, vi ringraziamo e vi auguriamo un in bocca all’ulver!

Grazie a voi per il supporto e l'attenzione che riservate al Metal a tutti i livelli, permettendo a Band emergenti come la nostra di poter dire la loro.
Ciao Mirco!


Mirco "Abyss" Gnagnarelli

venerdì 1 ottobre 2010

Recensione: Amassado - Coracao Enterrado


Genere: Hardcore/Grindcore



Uscita: 2010 / Felony 1 Records


Tipo: Full-length


Gli Amassado sono un progetto formato da membri degli ottimi Modern Age Slavery e musicisti brasiliani. La loro formula è semplice: unire la cultura Latino-Americana e la musica estrema e questo già lo si nota nel vedere titoli e testi scritti in portoghese.
"Coracao Enterrado" può essere definito come una mazzata da prendere tutta d'un fiato, una bomba a orologeria pronta ad esplodere in qualsiasi momento. Chitarre pesanti unite alla batteria che funge da martello o mitragliatore (fate vobis) e parti vocali di un'aggresività che ha pochi eguali. Attitudine e stile mi hanno fatto ricordare band come Asesino e Brujeria (loro stessi dicono di essere ispirati dai lavori di Cazares). Ascoltandoli potreste essere colti da una scarica di adrenalina che potrebbe portarvi a compiere atti non conformi (dai forse una furia omicida ma niente di che). Un ottimo album per un'ottima realtà.


VOTO: 7.5/10


Tracklist:


1.  Fala Agora

2.  Garganta Cortada

3.  Amassado

4.  Puta

5.  Tiroteio Assassino

6.  Ali Tem A Saida

7.  Amazonia

8.  Fobia

9.  Sombras Do Esqueiro

10. Lobotomizado

11. Boca Calada


Salvo "S."



Contatti: http://www.myspace.com/amassado