mercoledì 22 dicembre 2010

Intervista a: Ancient Dome

Gli Ancient Dome sono una delle poche band italiane che riescono a mantenere un sound classico e anni'80. Dopo averli recensiti ottimamente, abbiamo deciso di intervistare il frontman della band Paolo Porro...



Ragazzi per dare inizio alle danze... Come è nata l’idea di formare gli Ancient Dome?
Gli Ancient Dome sono nati ormai 10 anni fa, inizialmente come classica cover band dei nostri gruppi di riferimento, situazione che si è protratta fino al 2004, quando abbiamo scoperto il piacere di creare musica inedita. La band è nata dalle ceneri del classico gruppo da adolescenti, gli Emblema, che vedeva in formazione Pol (il sottoscritto, alla chitarra), Cuzzo (basso) ed il nostro primo chitarrista Pech ai tempi del liceo, a cui si è aggiunto Syra alla batteria, entrato in formazione grazie ad un annuncio su una rivista cartacea (a quei tempi si usava ancora così, ebbene sì). Solo nel 2004 l’arrivo del monicker definitivo, coniato da Syra, che voleva ribadire la predilezione per il thrash old school ed il volersi porre come “antica dimora” dello stesso.

Quali gruppi vi hanno influenzato particolarmente? Sull’ascolto del disco ho notato influenze da quel thrash metal tecnico e numerose soluzioni che mi riportano sull’heavy metal più classico
Hai notato bene, le principali influenze sono quelle! Per conto mio, essendo autore dell’infarinatura generale dei brani, posso dirti che i miei ascolti si incentrano sui classici, Metallica e Megadeth su tutti, poi ancora i grandissimi Testament, Overkill, Anthrax, Forbidden, un pizzico di Slayer, ma soprattutto quelle band che purtroppo non hanno mai ottenuto il successo che avrebbero meritato; parlo di Heathen, Coroner, Artillery, Toxik, Defiance, Realm, Paradox, Vendetta, e potrei proseguire a oltranza. La vena heavy mi è stata trasmessa soprattutto dalla scena americana, e se ho amato act più attuali come gli Iced Earth, nel mio cuore c’è sempre stato posto per gli immensi Metal Church; non voglio dimenticarmi la NWOBHM, così come il metal tecnico di Atheist e Cynic non è di certo passato in secondo piano. Last but not least, l’icona in assoluto resta Chuck Schuldiner, che con gli ultimi lavori degli immensi Death e l’unico capolavoro degli straordinari Control Denied, ha lasciato un indelebile marchio nel mio cuore e nella mia mente, ultimo grande genio della nostra stupenda musica.

Cosa trattano i vostri testi? Dalla copertina e dal titolo del full mi sono immaginato di tutto
Ottimo! Bene sapere che si riesce ancora a lasciare spazio all’immaginazione, almeno dal punto di vista dell’immagine e dei contenuti che si vogliono fornire con la propria proposta musicale. Riciclo una risposta che ho già utilizzato, ma è completa ed esplicativa: “l'album può essere visto come una metafora, dal punto di vista lirico, del continuo comportamento irrazionale che ha portato l'uomo a costruire attorno a sé un futuro ben poco roseo; una critica mai velata, senza doppi fini, sull'uso delle risorse a nostra disposizione, che è meglio identificabile come un vero e proprio sfruttamento. Preciso che questa visione non deve essere per forza di cose intesa in senso negativo: forse sotto molti aspetti non vi è più possibilità di tornare indietro, ma si può e si deve compiere lo sforzo di reagire, perché anche le generazioni future abbiano la possibilità di godere di quanto di buono ancora ci circonda!”

Una curiosità: divertente la vignetta presente a metà del booklet. Chi è l’autore? Sta a sottolineare anche un vostro lato ironico?
Sonia, una nostra amica e grande supporter, ha disegnato per noi il simpatico (almeno spero) fumetto che trovate all’interno del booklet. Inizialmente, l’ultima vignetta voleva essere l’idea principale di artwork definitivo, realizzata ovviamente con uno stile più consono ad apparire sulla copertina di un album, poi abbiamo optato per quella che potete osservare ora, cercando di sottolineare quanto delineato nelle tematiche dei testi che ho precedentemente citato. Lato ironico? Decisamente sì! Siamo onesti: di band molto più valide di noi, sia dal punto di vista del songwriting che della tecnica, ce ne sono a bizzeffe. Noi tentiamo di coinvolgere il pubblico, soprattutto in sede live, con sarcasmo, anche ironizzando su noi stessi (hai mai visto una band thrash composta da 3 membri pelati su 4?!?!?); vogliamo divertirci e divertire, ed allontanarci dal cliché di band metal che molto spesso scade nel banale, diventando a sua volta motivo di scherno per gli stessi membri. Siamo tutti realtà underground, e come tali, dovremmo imparare a non uscire dal seminato, e tenere i piedi ben piantati per terra, senza offesa per nessuno.

Come è nato l’accordo con l’ottima Punishment18 Records?
Senza voler passare per critico e cinico, ma è nato nella maniera più classica, onesta e pulita possibile: l’invio di un promo nel 2008, la risposta positiva da parte dell’etichetta, e l’inizio di un sodalizio con la stampa del nostro primo album “Human Key”, lo scorso gennaio 2009, seguito da “Perception Of This World” nel settembre/ottobre 2010. La Punishment 18 Records lavora ottimamente con la promozione e la distribuzione dei propri titoli, e far parte di un roster di band italiane e non davvero invidiabile, vista la qualità dei prodotti sinora immessi nel mercato underground, non può che renderci fieri di quanto ottenuto!

Parliamo un po’ dell’attività live: state progettando date per promuovere al meglio “Perception Of This World”?
Tocchi un tasto dolente: al momento, cerchiamo date per la promozione, ma non fioccano di certo, e dobbiamo sempre ringraziare quanti ci stanno aiutando nella ricerca di live. Speriamo di avere modo in futuro di promuovere a dovere il nuovo album, e speriamo che i metalheads italiani rispondano con altrettanta enfasi, anche acquistando l’album, che è un lato davvero importante per una band al nostro livello: se non c’è riscontro, e non arrivano “aiuti per il sostentamento”, diventa difficile per chiunque poter pensare di proseguire sulla propria strada, e per questi motivi molti prima di noi hanno gettato la spugna. Se poi aggiungi che potrebbe insorgere uno “stop forzato”, dovuto ad una possibile partenza del sottoscritto per gli USA per rincorrere quella chimera denominata “lavoro”, la situazione si complica maggiormente; in caso, lotterò perché gli altri membri proseguano con il progetto, supportati da un nuovo vocalist ed un’altra chitarra... never stop the Ancient Dome! Oh yeah!

Cosa ne pensate della scena italiana? Ci sono band che vi hanno colpito particolarmente?
Per far parte di un movimento, bisogna calarsi a pieno nello stesso. Più o meno, queste erano le parole che un noto giornalista heavy italiano aveva usato a suo tempo per spronare gli animi a non aprire la bocca solo per parlare, ma passare ai fatti. Io cerco di supportare ogni giorno la scena italiana, seguendola, partecipando ai live, acquistando i cd delle band e in un secondo momento recensendo il lavoro che mi ritrovo sottomano. La nostra penisola sta attualmente offrendo una pletora di ottime formazioni, che ben poco hanno da invidiare a quelle straniere che si fanno portavoce del genere stesso; non sto a citarti nomi, finirei per ometterne troppi e non voglio incappare in questo errore. Posso solo dire che sono più che soddisfatto dei miei connazionali, da tutti gli angoli più remoti dello stivale, e che continuerò a credere nell’underground finché avrò la forza per poterlo fare.

Ci sono purtroppo e da tanto tempo numerosi casi in cui alcune band si mettono sotto agenzie per tentare di suonare spesso ma nella maggior parte dei casi si sono rivelate fallimentari e dannose (soprattutto a livello economico) per le band stesse. Vorreste esprimere la vostra opinione?
Altro tasto dolente: inutile citare nomi, chi bazzica nell’ambiente sa quali sono quelle agenzie da cui bisognerebbe tenersi alla larga. Purtroppo non tutti ne sono a conoscenza e si muovono di conseguenza, e finiscono per non rientrare economicamente nelle spese sostenute, che già sono parecchio consistenti per chi propone metal in Italia, senza vedere il becco di un quattrino come ritorno per il proprio impegno e la propria dedizione. Lunga vita a chi si propone come promoter a livello amatoriale, e lo fa senza chiedere un soldo, spinto unicamente da sana passione! Noi dobbiamo ringraziare molti di quest’ultimi, avendoci permesso esibizioni in molti contesti differenti. Per conto nostro, preferiamo limitarci a poche date, ma buone; l’altro rovescio della medaglia si pone nel momento in cui anche queste si rivelano fallimentari, ma fortunatamente si possono contare sulle dita di una mano. Tutto ciò per dire che staremo sempre alla larga dalle agenzie di promozione; sicuramente ne esisteranno di serie e motivate, ma resta un lato che preferiamo non approfondire.

L’intervista si conclude qui. Lascio a voi i saluti finali
Ringrazio te, Salvo, e MOA Webzine, a nome della band, per l’opportunità che ci hai offerto con questo scambio di opinioni telematico, e ringrazio chiunque abbia dedicato parte del suo tempo a leggere questa intervista, spero di non aver annoiato nessuno! Vi invito a supportarci, se possibile con l’acquisto del nostro ultimo cd “Perception Of This World”, per il quale potete direttamente contattarci. Ad ogni modo, visitate il nostro sito ed il nostro Myspace (http://www.ancientdome.com/ , http://www.myspace.com/ancientdome ), troverete tutte le informazioni che cercate; lasciate commenti/critiche se volete, il tutto è sempre ben accetto! E supportate l’underground italiano in generale, ne abbiamo un enorme bisogno... keep the metal faith alive!



 
Intervista realizzata da Salvo "S."

lunedì 20 dicembre 2010

Recensione: Warmblood - Timor Mortis



Genere: Death

Uscita: 2010 / Punishment18 Records

Tipo: Full-length

Arrivano al secondo full i lombardi Warmblood, autori di un death metal abbastanza tecnico che a volte va sfociare in alcuni cenni melodici (molto belli alcuni assoli) e a volte presenta le classiche sfuriate del genere. Sicuramente il fattore tecnica da un punto in più ai Nostri e nelle parti più veloci e spinte riescono a dare il meglio di loro, grazie anche all'ottima precisione della batterista Elisa. La voce è bassa e si immedesima perfettamente con il genere, le pecche sono quei riff stoppati che a volte mi fanno pensare alle band deathcore che tanto vanno tra i nuovi metallarini di oggi e soprattutto la forse troppa durata dei brani che non fanno godere al meglio il lavoro (a parte la schuldineriana "Revenge from a Comatose State2. Che dire, i Warmblood non presentano nulla di nuovo ma sanno fare il loro mestiere con professionalità e senza stravolgimenti inutili. Un disco che può far scapellare chiunque apprezzi la musica estrema.

VOTO: 6.5/10

Tracklist

1.   Intro
2.   The Ghoulish Doctor
3.   Living Dead Superstition
4.   Sacred, Puritan Scenario
5.   Sea of Darkness
6.   Lost in the beyond
7.   Revenge from A Comatose State
8.   Timor Mortis
9.   Underwater Zombie
10. Among The Living Dead


Salvo "S."

domenica 19 dicembre 2010

Recensione: Disbeliever - Soul Divided



Genere: Gothic

Uscita: 2010 / Self

Tipo: Full-length

Non ho mai pensato di essere una vittima del sistema, nonostante sia l'addetto al black metal di black ne recensisco sempre poco. Iniziamo con una perla figlia della sincerità: quando leggo Gothic Metal il mio animo diventa inquieto, penso a quella sottospecie di essere umani che indossano pantaloni di pelle a 45 gradi e citano poeti maledetti, animi decadenti e amori passionali finiti sempre male, penso a donne (a volte, anzi spesso, molto brutte) che indossano orribili corpetti stretti che evidenziano la notevole fisicità (questa capitela). Dopo questo piccolo sfogo, anche inutile, posso parlare del full in questione...

I Disbeliever provengono da Pisa e in questo ottimo 2010 dal punto di vista musicale sono arrivati al debutto con il full intitolato "Sould Divided". Tornando allo sfogo di prima, Gothic Metal vuol dire anche ottima musica come Sentenced, Tiamat e qualcosina dei Paradise Lost e non solo strafighe tettone che improvvisano acuti. Ecco, i giovani toscani mi hanno ricordato molto le tre band citate. Iniziano con "My Emptiness", un brano molto malinconico e pesante dove il bravo cantante Luis McFadden si immedesima anche in una sorta di growl. Le strutture delle canzoni sono molto simili, con una ritmica semplice ma convincente dove sono le parti arpeggiate a condurre il cavallo di battaglia, creando quell'atmosfera oscura. I 10 brani scorrono facilmente, senza creare scompiglio e vari sbadigli da parte del sottoscritto, e si adeguano perfettamente anche a questo gelido inverno. Un gruppo consigliato a chi ama certe sonorità, per i più curiosi un ascolto ci può scappare.

VOTO: 7/10

Tracklist

1.   My Emptiness
2.   Hypnosis
3.   Shadow Life
4.   Sould Divided
5.   Forsaken
6.   Psychosorrow
7.   Reflections
8.   Icon
9.   Melancholy
10. Burning Memories

Salvo "S."

martedì 7 dicembre 2010

Recensione: Shardana - Shardana



Genere: Thrash

Uscita: 2010 / Self

Tipo: EP

Premessa:non vado particolarmente pazzo per il metal più classico,ma questo mini cd di debutto degli Shardana mi ha colpito molto positivamente!Non ci troviamo davanti al solito gruppo che scimmiotta mostri sacri del calibro di Iron Maiden,Judas Priest,Accept,Manowar e chi più ne ha più ne metta...Toglietevi dalla testa certe sonorità ottantiane e l'attitudine da "cover band",questi ragazzi hanno molto da dire e ce lo dimostrano ampiamente nel loro primo lavoro in studio! Ci sono voluti diversi ascolti per cogliere pienamente le varie sfumature musicali di questo giovane gruppo proveniente dalla Sardegna.Il genere proposto dagli Shardana può essere definito come epic metal,ma c'è da segnalare la presenza di sfuriate thrash metal e di elementi folkeggianti nel massiccio muro sonoro edificato dai 4 ragazzi sardi.
Passando ad un'analisi più dettagliata,il mini cd inizia con Anthem,un intro molto suggestivo e variegato in cui la componente folk si fonde perfettamente con il metal,in un crescendo di atmosfera e di emozioni! L'ascolto prosegue con Shardana(Sea Folk),l'assalto è partito!Il pezzo è massiccio,diretto,senza troppi fronzoli...Perfetto per un pò di sano headbanging! La voce di Aaron Tolu cattura l'attenzione fin da subito,sia per linee vocali ben costruite,sia per la sua versatilità:nelle strofe e nei pre-chorus assume un timbro quasi recitativo,mentre nei chorus si passa ad un'interpretazione più incisiva! Il resto del gruppo non è da meno,con Fabrizio Pinna e Daniele Manca che costruiscono riff potenti e melodie evocative(il pre-chorus di questa canzone dice tutto)e Matteo Sulis che picchia duro dietro il suo drum kit! Si va avanti con Sa Batalla,una canzone prevalentemente cadenzata nella quale il lato folkeggiante degli Shardana torna a farsi sentire prepotentemente;il testo di questa canzone è scritto interamente in sardo e si sposa in modo sublime con la solida base musicale,anch'essa intrisa di magia ed atmosfera.Eccelso lo stacco dopo la prima strofa,con le chitarre in primo piano ad ammaliarci tramite splendide melodie!Da lodare ancora il grandissimo lavoro di Matteo Sulis dietro le pelli, che si adatta perfettamente ai vari cambi di tempo del pezzo!Inoltre mi piace molto come il gruppo arriva all'assolo,con un Daniele Manca assolutamente degno di nota!Il suo stile in fase solista è ricercato ma non per questo "autocelebrativo"(come molti guitar heroes che vanno tanto di moda),cosa che apprezzo non poco quando si tratta di scrivere ed eseguire assoli di chitarra.Ci si avvicina verso la fine di questo mini cd con Back To Homeland,brano che si discosta un pò da quanto sentito in precedenza;l'atmosfera si fa malinconica,il ritmo è più rilassato anche se non mancano assalti sonori spinti.La canzone inizia dolcemente,con chitarre arpeggiate che "giocano" su due tonalità diverse,prima di dar spazio alle tastiere e alla voce limpida e sognante di Aaron.Successivamente subentrano le chitarre distorte,poi vi sono continui cambi di tempo in cui Matteo,Fabrizio e Daniele si sbizzarriscono;il primo con ritmiche precise e martellanti,il secondo con riff taglienti e aggressivi,il terzo con splendide melodie di chitarra. Le strofe sono possenti,decorate dalla voce sofferta e graffiante di Aaron,che nei ritornelli ritorna chiara e ariosa. Da segnalare l'ottimo uso delle backing vocals,che supportano alla grande la voce principale. Daniele sforna un altro assolo spettacolare,stavolta concedendosi qualche tecnicismo che comunque si rivela adatto al feeling della canzone! Arrivando a The Doom That Came To Sarnath,canzone che chiude il mini cd degli Shardana,si nota che tramite essa la band torna al lato più massiccio ed aggressivo del proprio songwriting.
Il brano presenta un'introduzione molto evocativa(grazie anche all'ottimo lavoro esecutivo dello special guest Rolando "The Machine" Manca),con il basso di Aaron pulsante e metallico e le chitarre di Fabrizio e Daniele a creare melodie su due tonalità diverse,dopo di che si passa ad uno stacco e ad altri cambi di riff e di tempo che portano la canzone su toni più accesi. Poco dopo arriva la strofa,nella quale si può sentire un Aaron letteralmente indiavolato! Il pre-chorus prosegue sulla stessa via,bello deciso e imponente,per arrivare ad un chorus un pò più spinto!Aaron si dimostra sempre abile nell'interpretare il tutto con il giusto feeling e nel creare linee vocali fluide e accattivanti,Fabrizio e Daniele annientano i timpani con riffoni potenti e cattivi mentre Matteo uccide a colpi di doppia cassa(da notare il blast beat al secondo chorus)! Bellissimo l'assolo di Daniele che coglie ancora una volta il feeling giusto e sfrutta adeguatamente la sua tecnica esecutiva;nonostante le sue mani scorrano veloci sulla sua chitarra,non è mai esagerato e riesce a capire quando potersi permettere di suonare in un certo modo.
A mini cd concluso,analizzo un altro punto che gioca a favore di questa giovane e promettente band sarda:la produzione.I suoni sono potenti e nitidi,curati al punto giusto.Il tutto suona moderno ma senza quel tocco artificiale che caratterizza la maggior parte delle produzioni musicali attuali. Le chitarre si sentono sempre bene e non vengono coperte dalla batteria(come succede spesso ultimamente),la voce è altrettanto messa bene in evidenza. L'unico neo negativo della resa sonora del demo è il basso,che secondo me fa fatica ad emergere nel muro sonoro degli Shardana...Sono pienamente convinto che,alzandolo un pò di più in fase di missaggio,il lavoro di Aaron in veste di bassista ne avrebbe giovato di più! Un'altra cosa che voglio far notare alla band è che,a mio parere,qualche volta non hanno saputo strutturare benissimo un paio dei loro pezzi;in Sa Batalla non mi convince molto come vengono legati i chorus a ciò che c'è poco prima, mentre in The Doom That Came To Sarnath poteva essere reso meglio qualche passaggio nei vari cambi che precedono la prima strofa ma ciò non toglie nulla a quanto di buono hanno saputo creare gli Shardana! In conclusione,consiglio vivamente a tutti di ascoltare questo mini cd:chi ama certe sonorità avrà pane per i suoi denti,chi non va pazzo per questo genere gli dia una possibilità perchè potrebbe rimanerne piacevolmente colpito!

VOTO: 8.5/10
 
Tracklist
 
1. Anthem (Instrumental)
2. Shardana (Sea Folk)
3. Sa Battalla
4. Back to Homeland
5. The Doom That Came To Sarnath
 
Manuel Palombi

lunedì 6 dicembre 2010

Recensione: Ancient Dome - Perception of This World



Genere: Thrash

Uscita: 2010 / Punishment 18 Records

Tipo: Full-length

Dopo gli ottimi Stillness Blade ecco per me un'altra uscita targata Punishment 18 Records. Sono sincero: non recensisco un disco di heavy/thrash da tantissimo tempo (nonostante la giovane età bazzico da tempo nelle webzine) e gli Ancient Dome mi han fatto riscoprire questo genere portandomi indietro nel tempo. Come detto prima il genere suonato dai ragazzi lombardi è un thrash derivato direttamente dagli anni '80 con alcune apparizioni nel metal classico (si nota molto l'influenza maiden in alcuni riff). Nulla da dire sull'esecuzione, i Nostri ci sanno fare e mostrano un bagaglio notevole, la voce di Paul è potente e soprattutto intonata e si amalga perfettamente con gli altri strumenti. Le parti tirate e più thrash mi hanno fatto ricordare i primi Metallica mentre una nota di merito va ai brani più lunghi del full che mi han impressionato parecchio con quelle intro formate da arpeggi ipnotici. e a "Confused Certainty" che, secondo me, è il pezzo forte del lotto, mostrando tutti i lati di come si scrive un brano heavy metal. Interessanti le due tracce strumentali. L'unica pecca è che potrebbe rappresentare quel qualcosa di "già sentito" ma meglio fregarsene e godersi questo bel lavoro.

VOTO: 7/10

Tracklist

1.   Intro (Mission) (Instrumental)
2.   Liar
3.   When Day Dies...
4.   Predominance
5.   Perception of This World
6.   Confused Certainty
7.   Dream Again
8.   Gordian Knot (Instrumental)
9.   Face the Facts
10. Collision (Instrumental)
11. DevastHate

Salvo "S."

giovedì 2 dicembre 2010

Intervista a: Rosae Crucis



Chi risponde e’ Andrea “Kiraya” Magini, chitarrista fondatore della band

Ciao Andrea, grazie per aver accettato questa intervista che per noi rappresenta un grande motivo di orgoglio e di prestigio... per rompere il ghiaccio come te la passi ultimamente?

E’ un onore rispondere alle tue domande. Come me la passo? Boh , Incazzato per come si sta sfasciando sto paese di merda, affamato di musica, con tanta voglia di suonare, e con una voglia pazzesca di entrare in studio a breve per registrare un nuovo disco di inediti, magari unendo l’incazzatura con la passione per la musica per tirare fuori qualcosa di importante..

Da poco è uscito sul mercato la "nuova versione" di "Fede-Potere-Vendetta", uno dei punti più importanti della vostra carriera a livello discografico. Quali risposte avete ottenuto da questa nuova fatica in studio? Quali consensi ricevuti fino ad ora?

Si la Overlord edition possiamo dire proprio che sia stata una gran fatica  . Non solo abbiamo riregistrato tutte le voci, ma abbiamo anche rieseguito da zero il mix del disco andando a limare alcuni problemi di produzione sulla versione italiana, e fatto un ottimo master presso gli Outer Sound Studios di Giuseppe Orlando (Novembre, Airplanes of terror).
Il disco sta piacendo e laddove le recensioni parlavano di un giudizio parziale a causa dei testi in italiano(parliamo di recensioni estere), ora leggiamo molti che stanno apprezzando il lavoro svolto. Anche se indubbiamente devo dire che in alcuni paesi il confronto tra le due versioni ha fatto si che si iniziasse a preferire quella in Italiano, piu particolare come prodotto. Le recensioni comunque sono ottime.

Giuseppe ha incontrato difficoltà nella resa in inglese dei pezzi? Chiaramente cantando in italiano, l'enfasi, la pronuncia più scandita e magari anche una certa interpretazione, rendono il tutto più "orecchiabile".. Non avete pensato che potreste guadagnare nuovi consensi all'estero, ma magari anche perderne qui in Italia per via di questa scelta? Si sa che i fan molte volte sono piuttosto intransigenti per quanto riguarda le novità.
 
Abbiamo lavorato molto su questo aspetto per evitare che risultasse troppo fredda e troppo impersonale come interpretazione. Ci son voluti molti giorni per registrare tutte le voci con la giusta intensità, e il lavoro di traduzione e’ durato mesi.
A mio avviso le edizioni sono perfettamente speculari, la traduzione e’ stata cosi accurata dal punto della metrica che dopo un po i pezzi sono assimilabili e riconoscibili indipendentemente dalla lingua . Per quanto riguarda i fans, e’ sempre un gran macello. Noi siamo una band che divide i pareri.. chi ci preferisce in inglese e ha paura di testi in italiano e viceversa..
Questa volta nel dubbio abbiamo accontentato tutti. Per i prossimi lavoro vedremo..
Sicuramente in inglese la musica risalta di piu perche i testi scorrono piu facilmente e si puo’ prestare piu attenzione alla parte strumentale.

Nei vostri testi parlate quasi esclusivamente della vostra storia, trattando eventi ad essa annessi. La domanda è questa: i Rosae Crucis sarebbero esistiti uguali se non fossero nati a Roma? E' indubbio che la vostra città di provenienza sia da sempre, per voi, fonte di grande ispirazione.

Minchia Neanche Marzullo arriva a tanto J eheheh, no diciamo che non siamo con il cuore a roma, visto che veniamo dalla provincia. Sicuramente tutto il territorio è pieno di energie storiche che ti pervadono e non farsi influenzare e’ praticamente impossibile. Comunque si , per come viviamo l’epica in generale, e il nostro modo di scrivere, dato anche dalle letture con cui ci piace passare il tempo, sicuramente saremmo stati uguali anche a milano.. L’ispirazione romana è nata quasi per caso comunque sul concept di Worms of the Earth, che in realtà ha tutta la storia ambientata nel Vallo di Adriano , sito tra la Britannia e la Caledonia, e parliamo quindi di Scozia..

Vuoi parlarci di come è nata la collaborazione con Chris Boltendahl dei Grave Digger?

I Grave Digger sono da sempre una  delle nostre band preferite, e quasi per gioco siamo entrati in contatto con Chris , tramite un’amicizia comune. Abbiamo lanciato il sasso, ma non speravamo nemmeno che Chris fosse interessato alla collaborazione. E invece ha sentito il pezzo e dopo qualche perplessità iniziale (pensava di doverlo cantare con la stessa tonalità di Ciape), ha riadattato il pezzo e le linee vocali lavorando molto anche sui testi. E’ stato un grande… E’ un professionista che adora il Metal e ce lo ha dimostrato in tutto e per tutto.  Questa collaborazione è stato uno dei tanti sogni del cassetto che pian piano stiamo facendo avverare..

Una cosa che mi sono sempre chiesto.. Come è nata la tua collaborazione con la Dean?  Immagino che sia un bell'orgoglio essere selezionato per rappresentare una così importante marca di chitarre che tra le sue file ha avuto, ed ha tutt'ora, chitarristi di livello mondiale.

Ho scritto delle recensioni sulla rivista di Chitarre per dei prodotti Dean, e mi sono subito innamorato. Non pensavo mi potessero piacere cosi tanto.. Ho contattato subito il distributore italiano, la Mkm, l’importatore italiano ufficiale di Dean e DDRUMS.
Sono un azienda che ha capito che i prodotti vanno fatti girare sulla scena italiana affinche le persone abbiano la possibilità di sentire pareri veri, di gente che li suona veramente, e di vederli sui palchi nostrani..
Loro si sono dimostrati disponibilissimi alla collaborazione, ed ora iniziano ad avere un buon roster di Artisti Italiani, che ha riunito sotto il marchio della DAD COMPANY.. Gli artisti non sono semplici endorser, ma collaboratori. Cerchiamo quando serve di aiutare questa azienda con demo, clinics, concerti e supporto, e loro vengono incontro alle nostre richieste. Questo esempio dovrebbe essere seguito da tante altre aziende. La collaborazione fa si che i prodotti validi ottengano la giusta visibilità e gli artisti ottengono una mano in un periodo un po triste per l’economia italiana.

Puoi anticiparci qualcosa sui prossimi movimenti della band, sia in chiave live che in studio? Avete in programma un tour vero e proprio oppure farete delle singole date però ben mirate? Tempo fa lessi una tua affermazione dove dicesti che avreste selezionato con cura le offerte che vi si sarebbero poste davanti.. Dobbiamo prevedere per i Rosae Crucis un futuro più in studio che sui palchi?

Si purtroppo la situazione live e’ disastrosa.. si va avanti con pochissimi promoter seri, poco pubblico, pochi locali decenti e tanta tanta troppa gente che suona.. L’economia non gira, soldi non ce ne sono e l’italia e’ un paese costoso in cui muoversi. Non abbiamo grossi budget alle spalle e quindi ci ritroviamo costretti a prendere in considerazione date mirate, in posti magari dove non abbiamo mai suonato, o dove siamo sicuri di poter avere un pubblico adeguato . Speriamo che questa situazione sia solo momentanea , non siamo una band da studio, la nostra vera dimensione e’ sul palco..

Quali credi siano i fattori che non consentono alle band italiane, ed alla scena metal tricolore in generale, di poter fare il salto di qualità per competere con il resto d'Europa? Nonostante negli ultimi anni la scena brulica di band (alcune anche molto valide) manca sempre quel qualcosa per fare l'ultimo passo decisivo.. Già che ci sono ti chiedo quali sono secondo te le 5 migliori band italiane in circolare e quali da tenere d'occhio per il futuro.

Domandona.. tempo fa scrissi una cosa sul nostro face book, un mio scazzo personale sulla situazione live in italia, dal punto di vista di una band che non e’ piu adolescente e che inizia ad avere seri problemi a spostarsi in giro per l’italia.. Non pensavo quello scazzo personale potesse avere tanta risonanza.. ahahah e’ stato pubblicato da tantissime webzine, con commenti che vanno dal supporto al massacro . Penso di aver detto tutto li, ma sicuramente la situazione ora e’ cambiata in peggio.. se prima fino allo scorso anno ci si poteva muovere per rimborsi tra i 300 e i 500 euro, che ti permettevano di avere un furgone, pagare autostrada e pernotto per la band, ora la situazione e’ questa: le date vanno sempre peggio e i promoter o i locali hanno iniziato a offrire sempre meno..
Quando una band si vede proporre 100 euro di rimborso per suonare a 500km da casa, la band che abita a 600km va dallo stesso locale e gli dice “se a loro dai 100, io vengo a gratis”.. perche tanto tra 100 euro di rimborso e zero, la differenza e’ praticamente nulla.. Stiamo arrivando al punto che mentre prima si pagava per le date importanti (il famoso e scandaloso pay to play che tutti fanno per accaparrarsi tourne europee e date altisonanti, ma nessuno ne parla) adesso si arriva a pagare anche per suonare al pub.. Capisci che questo fattore, moltiplicato con il fatto che in italia tutti hanno almeno una band, ha completamente congestionato la scena musicale underground e non solo.. Mettici inoltre che chi fa il “musicista” ha per indole la malsana idea di non essere piu ascoltatore metal e non andare piu a vedere i concerti.. cosa ottieni? Un paese di musicisti dove nessuno va a vedere l’altro che suona.. i pochi rimasti che son semplicemente ascoltatori, si vergognano a far da pubblico, perche si ritrovano in 10….
In Italia manca il rispetto per il proprio paese e per la sua gente. Siamo tutti incazzati con qualcuno, siamo tutti divisi da frange politiche , religiose, culturali, regionali, calcistiche e altre minchiate.. e ci si scorda che in principio “eravamo solo metallari”…

Band che adoro italiane .. Seguo da sempre i Novembre, che ritengo una delle massime rappresentazioni artistiche di questo paese, indipendentemente dal genere che suonano, gli Stormlord , gli Holy Martyr, i Domine, I DoomSword, i Necrodeath, gli Schizo, i Bulldozer, e tante tante altre band.. ne abbiamo a tonnellate valide.. Ho conosciuto lo scorso anno i subhuman e non riesco a far a meno di ascoltare Profondo Rozzo.. e’ un capolavoro di disco..
Da tenere d’occhio tutte queste band, che se ne sbattono il cazzo delle mode e suonano cio che gli viene naturale suonare.. Da non tenere d’occhio? Tutte le band che iniziano come cover band.. non c’e’ nulla da fare. L’attitudine della cover band non te la togli di torno…

Si parla tanto della troppa esterofilia, anche se personalmente mi sembra che la scena tricolore sia flagellata da grandi spaccature interne, da invidie e gelosie e dalla competizione in negativo, e per tale intendo chi si preoccupa più di non far suonare gli altri, che non di promuovere a dove la propria band...

Ehehe ma se ogni etichetta ha il suo festival cosa pretendi? Ognuno fa suonare le proprie band.. se gli spazi non ci sono te li crei, ma a quel punto te li gestisci come cazzo ti pare.. e’ normale. Non ci trovo nulla di sbagliato in questo.
L’esterofilia in italia, non e’ troppa, e’ ASSOLUTA..Ancora leggo sui forum le frasi del cazzo tipo “son forti per essere Italiani”.. della serie: dall’italia escon solo gran cagate.. Questo modo di pensare e’ radicato e non lo toglierai mai purtroppo. E’ cosi da sempre in tutto.. nel cinema, nella letteratura, nella musica..L’unica cosa di cui gli italiani vanno fieri, e’ il Calcio.. L’importante e’ non toccargli quei 22 coglioni strapagati che girano intorno ad una sfera.. ripeto. Tutto cui che stiamo ottenendo come paese, dalla crisi, all’impoverimento culturale totale, ce lo meritiamo..Per il resto io grosse rivalità non le ho mai vissute. Sto in contatto con moltissime band tra emergenti e piu famose e devo dire che se si puo’ ci si aiuta tutti .

Credi che musicisti di band più affermate debbano fare qualcosa per mettere a disposizione dei più giovani e non solo,e per il movimento intero,la loro esperienza? Ti faccio un esempio,in Inghilterra,Barney dei Napalm Death,ha formato una sorta di sindacato/movimento dove con altri colleghi di band,famose o non,si riuniscono periodicamente per discutere di problemi di varia natura (sempre in ambito musicale ovviamente) ,e cercare soluzioni per porvi rimedio. Credi sia ipotizzabile una cosa del genere qui da noi? A chi affideresti il compito di tale scopo ?

Quella del sindacato l’avevo presa in considerazione anche io e ne parlavo giorni fa con Matteo Buti dei SubHuman.. Sarebbe una cosa pazzesca..Basta vedere sti cazzo di attori di merda che si lamentano perche lo STATO non gli da i soldi per fare FILM DI MERDA vantandosi che loro sono l’anima dell’italia.. L’anima dei mortacci loro.. Non penso che nessuna band italiana abbia mai fatto un disco con l’aiuto del Governo.. Se si produce un prodotto lo si fa a spese proprie e con i propri mezzi.. Se lo stato decide di aiutare lo sviluppo culturale, lo deve fare con tutti.. non solo con il teatro dell’opera e con 4 attori sfigati.Qui e’ pieno di capelloni sfigati che non han soldi per prodursi dischi che spaccherebbero il culo .. Che facciamo? Lo facciamo sto sindacato e poi andiamo tutti a bloccare le piazze e i concerti a suon di Breaking The Law e di Aces of Spades??
Ma in italia verremmo bruciati vivi alla seconda manifestazione.. Ricordiamoci che abbiamo una classe politica che passa la lingua continuamente sulle mura Vati-Cane alla ricerca di Humus Santo con cui purificare i propri peccati..
Se proprio dovessi scegliere un trascinatore sindacale per questa cosa, boh forse lo farei fare ad AC WILD dei bulldozer  ce lo vedo


Ti ringrazio davvero di cuore per questa grande possibilità e vorrei chiuderti facendoti la domanda più difficile. Fatti una domanda alla quale avresti voluto rispondere,e che io invece non ti ho fatto ahah
 
Azz questa e’ la domanda peggiore.. come l’argomento a piacere agli esami di maturità (dove ovviamente non avevo preparato nulla, essendo troppo impegnato con il demo del Re del Mondo)….Quindi non potendo parlare di Foscolo, boh, invece della domanda, posso dirti che in Italia in mezzo a tanta gente di merda ci sono persone splendide che meritano sicuramente di piu.. E che tutti sono importanti in questa battaglia contro l’impoverimento cerebrale che stanno cercando di ottenere.. Cerchiamo di supportare il metal italiano, quello vero, quello valido, quello originale.. Diffidate dai cloni e dalle imitazioni, e date supporto, con la presenza, alle vostre band preferite.. E a tutti i giovani, e alle nuove band, diffidate da chi vi promette il paradiso senza passare per l’inferno.. Va tutto sudato e non ci sono scorciatoie.. Quando vi paventano l’idea di scavalcare tutto e tutti, vi stanno comprando l’anima..

FEDE POTERE VENDETTA




Intervista a cura di Federico Falcone

sabato 27 novembre 2010

Recensione: Movimento d'Avanguardia Ermetico - Stelle senza luce



Genere: Black Metal

Uscita: 2010 / Kunsthauch

Tipo: Full-length

E' stato difficile giudicare il primo full dei piemontesi Movimento d'Avanguardia Ermetico. Seguendo la band da molto tempo ho avuto difficoltà con i primi ascolti, togliete completamente il raw black metal delle prime due demo. I Nostri propongono una base depressive black che va a rifarsi anche in alcune parti atmosferiche e nel tanto ultimamente amato postblack metal (l'intro della bellissima "Spazi remoti di abissi interiori" mi ha ricordato molto gruppi come Lantlos, Alcest), mostrando la decadenza sonora e la malinconia che parecchi francesi hanno reso famosi. Cosa rappresenta questo disco? Un viaggio verso gli abissi più oscuri, potrebbe rappresentare un sogno o un incubo, un paesaggio innevato oppure un albero spoglio. Tanti sono gli scenari, su ogni singola nota un momento di trance, di panico oppure un senso di vuoto. Date voi la libera interpretazione, qui si va su altri mondi. Una maturazione dal punto di vista musicale che ha fatto solo bene (senza levare nulla ai precedenti e ottimi lavori), sicuramente una delle migliori uscite in ambito black nostrano di questo 2010.

VOTO: 8.5/10

Tracklist

1. Decade di isolamento e aristocratico distacco

2. Ritorno alle porte dell'essere

3. Spazi remoti di abissi interiori

4. Falchi d'acciaio oltre la nebbia

5. Quando l'onore sfida l'infamia


Salvo "S."

giovedì 18 novembre 2010

Intervista a: Hybris


I black metallers romani Hybris sono,a parere del sottoscritto,uno dei gruppi più promettenti ed interessanti nello scenario underground della Capitale!Ho avuto il piacere di scambiare quattro chiacchiere con Agatunet,Meim e Thanatos,rispettivamente chitarrista ritmica/tastierista,bassista e cantante della band! Qui sotto potete trovare il resoconto del “botta e risposta” scaturito dalle mie curiosità riguardo al loro progetto!In caso voleste approfondire  la loro conoscenza,visitate http://www.myspace.com/hybrisblack e non ve ne pentirete!
 

 
Ciao ragazzi,benvenuti su MOA Webzine!Per prima cosa direi di iniziare l’intervista presentandovi ai nostri lettori!

Meim:“Ciao, siamo gli Hybris e vi spacchiamo il culo.”



Agatunet:“Ciao a te!Il progetto nasce nel non troppo lontano 2007 come progetto never-play-live sotto il nome di Yggdrasil (pagan black metal) con Mictian alla chitarra solista, Antimonio al basso e Agatunet alla chitarra ritmica e tastiera con l’idea di un progetto never play live.. Il 2008 però porta dei cambiamenti oltre che al nome che muta in Hybris anche l’abbandono dell’impronta never play live; l’ingresso di Thanatos alla voce e di Ex Mortem alla batteria spinge i tre membri fondatori ad avventurarsi nel mondo dei live tanta la sintonia che si riesce a trovare da subito con le 2 new entries.. Tant'è che qualche mese dopo esce il primo disco 'Hybris' e saltano fuori i primi live.. purtroppo il 2009 vede anche delle cose spiacevoli come l’uscita dal gruppo di Antimonio.. E alla fine, dopo vari cambiamenti di line up l ingresso di Meim nel gruppo nel 2010!”


Come mai avete scelto proprio questo nome?In che modo si ricollega al progetto musicale?

Thanatos:“Nella tradizione greca,in special modo nella tragedia,Hybris era una sorta di peccato supremo,era il peccato di arroganza verso gli dei e chi se ne macchiava ne scontava le conseguenze in maniera spesso piuttosto teatrale,direi che potrebbe quasi essere associato alla blasfemia o anche all'eresia ma con un significato più "filosofico"

Meim:“ E’ un po' come un gran "Vaffanculo" a tutti quelli che pensano di saperne di più. Rappresenta la ribellione all'autorità massima, che poi non è il Cristianesimo né lo Stato: è quella che noi stessi ci creiamo dentro di noi. E poi è corto e sta bene sulle magliette”

Thanatos:“La scelta del nome é stata dettata dalla volontà di scegliere un monicker più vicino alla nostra cultura che non a quella nordica come il precedente Yggdrasill,oltretutto era una sorta di rinascita dopo l'ingresso mio e di Ex Mortem nella formazione.”

Agatunet:“Il progetto in equal modo racconta di una sorta di mondo costruito dalle nostre 5 menti, che si eleva al di sopra delle menzogne che ci circondano..”


Cosa vi spinge a suonare black metal?Quali sono le vostre influenze musicali?

Agatunet:“Personalmente non ho capito da subito che il black metal fosse la mia strada.. E’ capitato piano.. E’ successo non molto tempo fa, all’incirca sono 3 anni che lo suono e ci investo una gran fetta della mia vita in Hybris, quello che mi spinge a farlo è quello che provo quando compongo pezzi, quando sono in sala prove e quando suoniamo dal vivo.. Credo sia il genere con cui riesco a esprimermi al meglio, ecco cosa mi spinge.. Per quanto riguarda le influenze purtroppo credo di essere la meno 'aperta mentalmente' ahimè.. Tanto tanto true norwegian black metal, depressive e atmospheric black metal.. Impazzisco per i Summoning, i Taake, Cirith Gorgor, Wolves in the Throne Room e classici quali Nargaroth, Gorgoroth, Immortal, Horna.. Progetti one man band come Elffor, Burzum (mi sembra ovvio!!) e Coldworld....”

Thanatos:“Il Black Metal é un genere che si presta molto più di altri alla sperimentazione,basti pensare a gruppi come gli Shining o i Wolves in the Throne Room e paragonarli a gruppo come Gorgoroth o Immortal,tutti modi diversi di fare black metal. Le mie influenze musicali sono le più disparate,dai Devo ai 1349 passando per Iron Maiden e Metallica,fondamentalmente sento un pò tutto il metal,tranne i generi nuovi che non mi piacciono molto,cmq potrei sintetizzare dicendo semplicemente Bathory, primi Mayhem,Immortal,Satyricon ed i primissimi Cradle Of Filth".

Meim:“Io personalmente suono black metal perché mi permette di esprimermi a un livello che altri generi non permetterebbero. Fanculo a tutti gli oltranzisti, io nel black metal trovo libertà espressiva e commistione di vari generi. Soprattutto punk. E poi lo suono perché sono incazzato. Influenze? Cerco di mettere dei ritmi jazz nei miei passaggi, ma anche di tirare delle sane sberle in stile Dismember sulla ritmica. Dal vivo prendo molto dai Mötley Crüe: ho suonato glam per anni, e ho ancora quelle movenze, quella voglia di saltare sui tavoli. Mi piace mostrare che mi diverto, e voglio che la gente si diverta come me. Voglio che tutti bevano e tutti si sbronzino. Musicalmente, si basa tutto su melodia e schiaffi in faccia. Hai presente i NOFX? Ecco. Come influenza musicale superiore metto sempre i Clash. Sono davvero "l'unico gruppo che conta", come li definivano all'epoca.”


Di cosa trattano i vostri testi?C’è una sorta di filo conduttore che si allaccia alle tematiche delle vostre canzoni?

Agatunet:“Credo che a questa domanda dovrebbe rispondere il buon Thanatos, è il suo mestiere...!Lascio carta bianca a lui,ad ogni modo si parla di storie,mitologia,voglia di ritorno alle antiche radici e l’odio verso la menzogna odierna,la battaglia dell’uomo”

Thanatos:“Le tematiche dei testi degli Hybris sono perlopiù incentrate sul tema del paganesimo,ma prendono spunto anche dalla vita e dal rapporto con essa,nonché da situazioni personali che ho vissuto,le nostre posizioni nei confronti della Chiesa e della religione dovrebbero essere abbastanza chiare a tutti,e,sinceramente non credo che il cristianesimo dovrebbe essere "assimilato" alla cultura italiana.”


Come nasce solitamente una vostra canzone?Utilizzate un metodo fisso di composizione?

Meim:“Sì:la jam in sala.Qualcuno se ne esce con un riff, lo seguiamo,Alessio(Ex Mortem,ndr.) ci fa i suoi magheggi alla batteria,poi cambiamo melodia,variamo fra maggiore e minore, svisceriamo ed esploriamo.Quello che ci sta bene lo mettiamo.Io cerco di tenere i pezzi più lineari possibile, perché mi piace la canzone quadrata,quella in cui la gente prende a testate il muro.Quando scrivo roba mia seguo un filo conduttore:strofa, ritornello, strofa, ritornello. Quando scriviamo assieme diamo forma al caos.”

Thanatos:“Solitamente qualcuno si presenta in sala prove con qualche riff e poi da li ci si costruisce sopra tutta la canzone,la linea vocale é solitamente l'ultima cosa,a volte poi i testi sono venuti prima della canzone stessa,ma devo ammettere che il grosso del lavoro lo fanno gli altri,io mi limito a dare dei suggerimenti,i nostri pezzi alla fine nascono dalla mente di cinque persone.”


Secondo voi quali sono i vostri punti di forza e quali invece le cose che dovete migliorare?

Agatunet:“Ho sempre pensato che alla base di un buon gruppo deve esserci sintonia, addirittura forse prima ancora di saper fare della buona musica, e questo per fortuna in Hybris c'è..Quando siamo in sala prove, e anche fuori, questo legame lo avverto, e ti dico la verità; trovare questo è molto molto difficile.. Non ci abbiamo lavorato poco. Questo ci permette di lavorare bene insieme, senza competizione, senza voglia di voler emergere sugli altri.. siamo tutti al pari, tutti con la voglia di migliorarsi.. La cosa su cui dobbiamo lavorare bene è sicuramente l’impronta live.. Abbiamo ancora tanta strada da fare, scioglierci di più sul palco.. D’altronde abbiamo suonato quasi sempre in casa a parte qualche trasferta, credo che nel momento in cui riusciremo a 'evadere' un po' trarremo i primi risultati!”

Meim:“Punto di forza è la varietà delle composizioni, la sperimentazione, sempre comunque circoscritta all'ambito black metal. Non si parla comunque di black classico, questo va detto: i pezzi piatti non mi piacciono. Amo sorprendere. Cose da migliorare ce ne sono molte, a cominciare dalla presenza scenica. Dobbiamo scioglierci di più sul palco, e in questo senso penso che la birra aiuti molto. Dico sul serio, mica cazzate. La gente si deve divertire ai concerti, e quando sei sul palco la devi far divertire. Puoi essere bravo quanto vuoi, ma se il pubblico non si diverte chi cazzo torna a vederti?”

Thanatos:“Qui credo di discostarmi un pochino dall'opinione dei miei compagni,sicuramente c'é ancora molto da migliorare,siamo un gruppo ancora giovane e di strada ne abbiamo davanti ancora tanta,credo però che nell'ultimo anno siamo migliorati moltissimo,soprattutto a livello live,questo indubbiamente anche grazie ad una formazione finalmente stabile,i continui cambi di line up non hanno infatti fino ad ora permesso di poter andare avanti nel progetto.”


Quanto conta per voi suonare dal vivo?Cosa bisogna aspettarsi da un vostro concerto?

Meim:“Suonare dal vivo è tutto. Un gruppo senza live è come una birra senza schiuma: fa schifo. Cosa aspettarsi da noi? Come sempre era, e come sempre sarà: un gruppo di stronzi che sputano sudore e sangue, che danno il mille e per mille, che suonano a cento all'ora e vi tritano quel cazzo di cervello. Serve altro?”

Agatunet:“I live sono importanti.. Sono essenziali per il gruppo che riesce così a esprimersi faccia a faccia con l’ ascoltatore e adularlo nel mondo in cui cerca di renderlo partecipe.. Questo bisogna aspettarsi da un buon live secondo me.. Adulazione e coinvolgimento”

Thanatos:“Personalmente penso che a livello sonoro molti dei nostri pezzi rendano meglio in ambito live piuttosto che su disco,il rovescio della medaglia é che invece alcuni pezzi,magari leggermente più complessi dal vivo non rendano come dovrebbero,oltretutto abbiamo quasi sempre dovuto combattere con suoni decisamente inadeguati”


Qual è la vostra opinione riguardo alla scena metal italiana?Ci sono gruppi che seguite con particolare interesse?

Agatunet:“Purtroppo l underground sta morendo..La colpa non è dei gruppi.. Ma la gente non si muove più.. La pigrizia sta uccidendo la scena, e in Italia (almeno per quanto riguarda la nostra città) non ha più molto senso suonare secondo me.. E’ una constatazione che ho appurato ai concerti, non solo i nostri.. Appena il lavoro me lo permette vado volentieri a concerti underground non necessariamente black;di musicisti che come noi hanno piacere a suonare dal vivo anche se di feed back dall’altra parte come dicevo prima non ce n'è molto..Stimo Vidhar, Sturmkaiser e i Draugr, Blackosphere e Lamento Lugubre, Human Dirge, insomma tutti progetti tra le mura capitoline e poco fuori, se potessi evaderei volentieri altrove a cibarmi di buon underground italiano!”

Thanatos:“Ritengo che attualmente la scena metal italiana sia una delle più prolifiche,soprattutto in ambito underground,il problema vero é il pubblico che spesso non supporta adeguatamente le band emergenti,e questo ovviamente incide notevolmente sugli spazi che i locali mettono a disposizione dei gruppi.”
 
Meim:“Premettendo che non ascolto metal da mesi, il metal in Italia ha le gambe tagliate. E non dai discografici, non dalle major, non dal sistema: dalla gente. La gente non ha voglia di muovere il culo per supportare la scena. Quando c'è un concerto di qualche gruppo indipendente ciascuno ha una buona scusa per non andarci: i soldi, la distanza, la ragazza, il lavoro. Vaffanculo. La gente vuole la vita comoda, e non ha capito un cazzo di come funziona il rock'n'roll: è un "do ut des", i gruppi senza la gente non sono nulla. Finché la gente non lo capirà, il metal in Italia non decollerà. E io non credo che lo farà mai. Gruppi italiani? Anni fa apprezzai moltissimo (e li apprezzo ancora) il primo dei Maldoror e l'album del Crown Of Autumn. Perle insuperate. Cito i Necrodeath, gente che ha ancora voglia di spaccare il culo, gli Ancient Dome con i loro capolavori thrash, i Node. I Kult di Como sono fantastici. Poi vabbè, io citerò sempre le Pornoriviste, ma questa è un'altra storia.”
 
 
Rivolgendo uno sguardo al vostro futuro,quali sono gli obiettivi che volete centrare?
 
Thanatos:“Sicuramente il prossimo obbiettivo é la realizzazione del nostro secondo lavoro,una cosa che stiamo rimandando da parecchio tempo,fondamentalmente per motivi economici,ma che al momento rappresenta l'obbiettivo primario,una label sicuramente aiuterebbe in questi casi,ma si sa che in questo paese il metal non é che sia la priorità per le case discografiche.”
 
Agatunet:“Riuscire a crescere ed evolversi.. Riuscendo a mantenere il filo conduttore che c'era dall’inizio.. Non un cambiamento radicale; riuscire a creare qualcosa che racchiuda quello che c era prima ma più cresciuto e amalgamato al nuovo.. Ma questo non posso prevederlo, bisogna solo attendere cosa uscirà, quello che il percorso ci porta, spero questo!”

Meim:“Suonare, suonare, suonare. Concerti, pogo, gente che si sfracella sotto al palco. Tanto i soldi col black metal non li faremo mai, a parte il classico rimborso spese, con birra e pizza. E il mondo non si cambia. Tanto vale far casino, no?”


Bene ragazzi,siamo giunti alla fine!Vi ringrazio per la piacevole chiacchierata,concludete l’intervista a vostro piacimento!

Agatunet:“Spero di non aver annoiato, ti ringrazio per lo spazio concessoci!!”

Thanatos:“Speriamo di poter suonare al più presto in diverse parti d'Italia per far conoscere la nostra musica a più persone possibile.”

Meim:“Uomini: offriteci da bere, e possibilmente anche da fumare. Donne: datecela. Mi sembra di aver detto tutto, no?”
 
 
 
Manuel Palombi







lunedì 15 novembre 2010

Recensione: Blacken - Il declino della società moderna



Genere: Black

Uscita: 2010 / Selfreleased

Tipo: Demo

Blacken è il progetto solista di Dave dei Deadly Carnage. "Il declino della società moderna" ci mostra l'ennesimo lato oscuro del Nostro: una base depressive black con forti richiami al Drone e all'Ambient, immaginatevi Xasthur e i SunnO))) insieme (si è già successo ma Malefic fungeva da special guest alla voce). Il prodotto presenta pregi e difetti, sicuramente l'obiettivo principale è quello di disturbare l'ascoltatore creando un senso di asfissia e soffocamento. In questo il buon Dave ci riesce perfettamente ma la pecca principale è quella forse di essere monotono in alcuni punti e di non avere una produzione ben azzeccata (non che sia registrato male ma si può sempre far meglio), però essendo alla prima uscita si riuscirà a migliorare questi piccoli dettagli. Per concludere il lavoro è abbastanza "godibile" per gli amanti di questo genere, per chi ama distruggersi i neuroni ogni tanto come il sottoscritto. Per chi fosse interessato all'ascolto, il ragazzo ha messo tutta la demo ascoltabile su youtube ( http://www.youtube.com/user/dafolletto questo è il canale).
I 4 brani non hanno titolo quindi non posterò la tracklist del prodotto.

VOTO: 6.5/10

Salvo "S."

MySpace: http://www.myspace.com/400643770 (MySpace di Dave)

sabato 13 novembre 2010

Recensione: Viscera/// - 2 As Zeitgeist Becomes Profusion of the I



Genere: Post Metal

Uscita: 2010 / ConSouling Sounds
Tipo: Full-length

Nuovo disco da parte dei Viscera/// che si divide in 4 tracce per una quarantina di minuti di musica (10 minuti a canzone di media quindi).La prima canzone parte con un riff abbastanza doom per poi svilupparsi con l'entrata della voce pulita e con un finale strumentale. La seconda traccia presenta un incipit di derivazione tooliana, sempre con l'innesto della voce pulita, a volte sembra veramente di ascoltare la band americana considerando anche l'impostazione vocale del cantante.Poi il tutto sembra interrompersi per poi ripartire con una sfuriata grind di rara potenza che ci ricorda il passato della band e il loro background musicale, violenza che piano piano svanisce in un finale intenso (pensiamo a Panopticon degli Isis vagamente). La seconda parte del full è molto più estrema, predominano lo scream e la batteria si rende aggressiva grazie agli attacchi di doppia cassa e di blastbeat con l'aggiunta di parti ambient/drone, rappresentando la quiete dopo la tempesta.
Nel terzo brano è d'obbligo menzionare il finale con lo scream acido e potente e la conclusione con un sample tratta dall'intro di un film che ne aumenta l'atmosfera apocalittica e nera. L'ultimo brano, nei suoi 14 minuti, mostra praticamente tutte le potenzialità della band con il finale che rifà ancora all'ambient/drone giusto per chiudere questo viaggio infernale. Disco che rappresenta un vero gioiello dell'avanguardia musicale.

VOTO: 8/10

Tracklist

1. Ballad Of Barry L.

2. Hands In Gold

3. Um ad-Dunia

4. They Feel Like Co


Matteo "Marciottide"

lunedì 8 novembre 2010

Recensione: Stillness Blade - Break of the Second Seal - The Eternal Damnation



Genere: Death

Uscita: 2010 / Punishment 18 Records

Tipo: Full-length

Il nostro paese continua a sfornare ottime band in campo estremo. In questa branchia di gruppi ci sono sicuramente i salentini Stillness Blade che con questo "Break of the Second Seal" entrano di diritto nella mia personale chart di fine anno.  I Nostri ci massacrano i pochi neuroni rimasti con un brutal death tecnico ma che mai si va a perdere negli inutili virtuosismi e assoli (di band così ne posso elencare a priori). Dunque i punti da anallizare sono vari, abbiamo iniziato dalla tecnica:  riprendono le lezioni offerte gentilmente dagli Origin, Suffocation e i Cephalic Carnage di "Lucid Interval" (il brutal è un genere fine a se stesso, non esiste l'innovazione, o sei bravo a farlo o niente) e le riportano in modo proporzionale su disco senza creare miscugli inutili. Secondo punto: la batteria... Quanto conta l'apporto tecnico del batterista in un genere così? Chiedetelo ad Antonio Donadeo, il session drummer per questo disco, che ha suonato con Undertakers e con degli sconosciuti chiamati Vital Remains. Passaggi complicati si ma perfetti, che si incastrano nel modo migliore con gli altri strumenti. Ultimo punto, produzione: non perfetta bisogna dirlo ma grezza fino al punto giusto, riesce a mantenere il full sugli stessi schemi, rozzo, old school e violento senza cadere nelle inutili modernità. Una band da tenere sott'occhio e un full da ascoltare assolutamente per gli amanti della violenza.

VOTO: 8/10

Tracklist

1. Path of Damnation - Break of the Second Seal

2. Napalm Rain

3. Chains of Damnation

4. Black Aura Shadow

5. Materialistic Suffocation

6. Stock of Vengeance

7. Sadistic Flesh Pleasure

8. Ascension of Seven Blades - Sorrow Descends


Salvo "S."

Intervista a: Daemusinem

I torinesi Daemusinem rappresentano una delle più grandi realtà del panorama estremo italiani. Dopo 10 anni di attività i Nostri sono ancora più incazzati di prima pronti per devastare le nostre orecchie, qui abbiamo il resoconto di un'intervista "face to face" via MSN.



A 2 anni dall'uscita del vostro ultimo disco "Diabolical Carnage" quali son stati i risultati ottenuti potete ritenervi soddisfatti da questo disco?
Purtroppo l'album è uscito durante un periodo molto difficile per la band, causa difficili rapporti con i vecchi membri, perciò dopo la pubblicazione dell'album e il relativo release party la band è rimasta ferma per circa un anno senza la possibilità di suonare dal vivo. Questo ha portato ad una scarsa pubblicizzazione del disco anche perchè nell'underground le date live sono inportantissime per farsi notare. Il nome è girato poco in Italia e all'estero e le vendite del disco non sono andate bene dalle nostre parti..ora che abbiamo finalmente una formazione nuova e motivata a fare bene  credo che riusciremo a far conoscere le nostre capacità.

Questo è certo anche perchè conoscendovi molto bene so che la dimensione live è quella più adatta a degli animali da palco come voi, sono sicuro che riuscirete a farvi sentire in futuro. Avete qualche progetto in uscita nell'immediato futuro? Cosa possiamo aspettarci da questi "nuovi" Daemusinem ?
In questi 2 anni il sound è cambiato parecchio eliminando definitivamente le sonorità black metal presenti nelle vecchie composizioni e dedicandoci completamente a quelle death. Abbiamo modernizzato molto il sound senza però allontanarci troppo dalla vena oldschool che ci caratterizzava. Ora siamo al lavoro su una nuova registrazione; in principio doveva essere solo una demo promozionale ma abbimo deciso di investire un po' più di tempo e creare un vero e proprio minicd di 5 pezzi da poter commercializzare. Pensiamo che il nostro nuovo lavoro potrà accontentare gli amanti della vecchia e della attuale scena death brutal. Siamo in contatto con alcune etichette del genere, credo che questo mini ci rilancerà sicuramente nella scena soprattutto per la possibilità di portarlo live in Italia e all'estero..abbiamo molto in programma.

Quindi i Daemusinem ritornano col botto!e direi finalmente non vedo l'ora di essere a pogare sotto il palco e soprattutto di sentire i nuovi pezzi li proporrete in sede live o aspetterete l'uscita del mini cd?
2 pezzi li abbiamo proposti live già diverse volte, gli altri 3 inizieremo a proporli nelle prime date live che faremo.. La gente si aspetta sempre qualcosa di nuovo soprattutto dal vivo.

Quindi si potra godere di un concerto ben variegato tra vecchio e nuovo sound Daemusinem e sul lato delle cover?
In un paio di occasioni abbiamo proposto una cover "Wings" dei Vader, molto apprezzata dal pubblico. Per ora non abbiamo ancora deciso se riproporla o fare qualcosa di nuovo.

Io proporrei un pezzo degli Slayer ahahahah
ah ah ah! Abbiamo alcune idee, magari per fare una registrazione ufficiale, ma per ora rimangono ipotesi.

Tornando al vostro mini cd quanto ha influito la nuova formazione nella composizione dei brani?
I brani che stiamo registrando sono principalemte frutto di Patrick (chintarrista fondatore). Il nostro nuovo drummer Luca ha la capacità di riprodurli in maniera ottimale dandogli la botta di cui avevano bisogno e il nuovo chitarrista Paolo lo stesso. L'arrangiamento dei brani è una cosa di cui ci occupiamo tutti assieme in sala, tutti dicono la propria e i pezzi raggiungono così la loro completezza. Siamo tutti entusiasti dell'affiatamento di questo gruppo.

Direi che ve lo meritate senza nulla togliere ai vecchi membri vi auguro una lunga longevità e di fare molto altro l potenzialità ce le avete e son sicuro che tutti coloro che hanno ascoltato diabolical carnage sanno quello che dico cazzo sembro la vostar groupie porcoddio! Tutti comunque con alle spalle o ancora altre band all'attivo nella scena torinese cosa mi vuoi dire riguardo la scena piemontese?
Ci sono mote band valide in piemonte, alcune delle quali già affacciate al panorama mondiale con grande successo...ed escono giovani con grandi potenzialità tecniche e voglia di fare.. credo che il Piemonte continuerà ad offrire nel tempo buona qualità a livello musicale come ha sempre fatto negli anni passati.

Concordo pienamente in piemonte possiamo vantare una vasta scena metal partendo dal thrash passando al death brutal grind e black metal beh penso di averti rubato fin troppo tempo grazie per la pazienza lascio a te la parola per un saluto. Ci vediamo la prossima settimana al Fabrick per il festival di cui non ricordo il nome ahah ( lo so son pessimo)
Ringrazio te e Moa Webzine per l'intervista..a presto! 666


Intervista a cura di Gianluca Lopez

giovedì 28 ottobre 2010

Intervista a: Natrium

I sardi Natrium tornano sulla scena nostrana lanciando un singolo che sta facendo il giro del web (http://www.youtube.com/watch?v=xPk6DUrqwL0). Dopo aver lavorato con Stefano Morabito i Nostri sono alla ricerca di una label per lanciare definitivamente il full. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere (via MSN) con il cantante della band Lorenzo...


Sentendo "Elegy for the flesh" ,il singolo che avete fatto circolare, ho sentito una forte influenza dei Suffocation quanto peso ha avuto per voi questa band?
Ah beh lo prendo come un complimento visto che i Suffocation sono i miei preferiti e li considero i maestri del genere anche se in fase compositiva cerchiamo di evitare un riferimento troppo evidente alle band che ci piacciono ma ormai è quasi impossibile non citare quelli che il genere l'hanno inventato.

Parlando del vostro nuovo lavoro com'è stato lavorare con Stefano Morabito e nei suoi 16th Cellar Studios?
E' stata un esperienza incredibile, da anni registrare li era un mio sogno, la maggior parte delle band che ascolto e che spaccano hanno un suono da paura e hanno registrato li, basti pensare ai Fleshgod Apocalypse o gli Hour Of Penance. Vedevo quello studio come un Morrisound italiano e Stefano come un nuovo Scott Burns. Ed in effetti per me è cosi e ora ne ho la conferma Stefano Morabito è un grande, ha una competenza estrema ed è specializzato nel genere. Non è una cosa semplice, trovi tanti che sono bravi e competenti ma non hanno conoscenza specifica di Death metal.

E riguardo l'artwork come è ricaduta la scelta su Par Olofsson?
Per noi che veniamo dalla Sardegna è stato un grosso sacrificio ma ne è valsa la pena. Ecco vedi Par era un altro sogno, la scelta era tra Dan Seagrave ma è praticamente impossibile, John Zig, Marco Hassman e Par Olofsson. Avremmo potuto tirare a sorte perchè sono degli artisti allucinanti.Par ha uno stile molto naturale simile a un dipinto, le sue opere non sembrano fatte con photoshop.Alla fine l'abbiamo contattato e si è rivelato disponibilissimo e molto professionale, mi mandava delle bozze e aggiornamenti di continuo e ha accontentato le nostre richieste.

E direi che il risultato è stato piu che ottimo davvero eccellente...
E comunque dalle sue opere sembrava il piu adatto a mischiare organico e biomeccanico per l'idea dell'artwork che avevamo son contento che ti piaccia, quando abbiamo visto l'opera finita ci è caduta la mascella prima mi sono occupato io di queste cose ma non c'è paragone, ora faccio solo ciò che è di contorno, il booklet il myspace ecc. ecc.

Ritornando allla musica cosa è cambiato in "Elegy for the flesh" rispetto ai precedenti lavori possiamo aspettarci qualche novità?
Il nuovo album è un taglio netto con il passato. Il demo precedente Inscribed in the victims scars è stato il primo con la nuova formazione ed è servito da rodaggio per quello che stiamo facendo adesso. Prima i Natrium facevano un death metal vecchia scuola con influenze thrash, adesso la velocità e la brutalità sono molto superiori. In Elegy for the flesh ci sono 8 tracce alcune "ignoranti" come il singolo altre più articolate e varie. Non pensiamo che si debba andare a manetta per forza tutto il disco, c'è spazio per pezzi lenti e sofferti ed emerge anche un po di melodia.

Quanto il cambio di line up ha influito sul vostro sound?
In pratica della formazione originale dal 2001 sono rimasti solo i fondatori Andrea ed Edoardo De Muro, chitarrista e batterista. Io e Alessio Locci, l'altro chitarrista, siamo arrivati nel 2008. Io canto brutal death dal 94, ho sempre fatto solo questo genere pur ascoltando veramente di tutto, Alessio ha esperienze varie dal metal classico al thrash con molta voglia di suonare roba più pesante. In fase compositiva ognuno mette il suo contributo, nel disco ci sono idee e riff di tutti, non siamo una band con un compositore unico. Alla fin fine ci piace il brutal death dei gruppi più grandi dai Suffocation ai Cannibal Corpse ai Deeds of Flesh ma anche roba come i Cynic, i Death e i meshuggah. Io sono un malato di progressive italiano anni 70 jazz e Frank Zappa, cerchiamo di sperimentare pur rimanendo nel genere che rimane brutal death.

Voi siete in Sardegna immagino che non dev'essere facile riuscire ad avere un'attività live fuori dall'isola esperienze passate e soprattutto progetti per il futuro?
Si purtroppo non è facile. Dobbiamo fare dei grossi sacrifici economici.
In passato abbiamo fatto un paio di date in UK ed è stato fantastico essere riusciti a suonare li senza il supporto di organizzatori o agenzie esterne.Anche il lavoro può essere un problema, ma se dovesse capitare un tour importante si farà uno sforzo in piu suonare solo in Sardegna non basta, e qui i posti per suonare stanno diminuendo, cercheremo di andare in giro il più possibile si prospettano un bel po di date in "continente" questo inverno, stiamo organizzando. 

Bene bene chissa che non mi capiti di godermi un vostro live
ah be lo spero proprio!

Riguardo alla Sardegna cosa mi voui dire riguardo alla scena metal sarda? E della scena death italiana?
Qui ci sono band molto valide e musicisti veramente forti, ad esempio Simone Piras che ora è batterista negli Hour of Penance. Ci sono gruppi come i Deathcrush, i Mutilated soul che fanno death metal da paura e anche i giovani Demons Bridge o gli ill brain. Purtroppo la mancanza di spazi e le difficoltà varie rendono difficile la vita ma ora per fortuna c'è internet e altri modi di farsi conoscere ai "miei tempi" c'erano le cassette ahuhauhuaa

E si noi "vecchietti" non eravamo cosi fortunati ahah
La scena death metal italiana sta vivendo il periodo più bello che io ricordi, in passato ci son state band fortissime come gli Electrocution di cui son grande fan, ora ce ne son tantissime, gli Hour Of Penance, i Septycal Gorge, i Fleshgod Apocalypse, Vomit The Soul.... continuerei all'infinito. Son contento che queste band abbiano il successo che si meritano e che si stiano facendo rispettare all'estero.

Si concordo ricordo i Tools Of Torture che quest'anno al Mountains Of Death si son fatti sentire mi auguro che anche voi possiate ricevere i giusti consensi sia nella nostra isola che all'estero
Grazie lo spero anch'io, anche se già quel poco che abbiamo realizzato mi rende felice, ormai è una vita che ci proviamo sia come Natrium che con le band precedenti. 

Bene penso di averti rubato fin troppo tempo quindi chiudo qui l'intervista lascio a te la parola per chiudere e grazie per la disponibilità
Grazie a te per lo spazio che ci hai concesso, un saluto dai Natrium e speriamo di potervi far sentire il nuovo album presto (augurandoci di trovare una label in tempi brevi)!

Intervista fatta da Gianluca Lopez